| Grazie milleeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee <3
Capitolo Quattro: Giornata Tranquilla?
Il telefono di casa iniziò a squillare incessantemente, costringendo l'uomo nel corpo della donna ad alzarsi dal letto.
- Pronto? - Beckett sono Esposito. - B-be...ah si, dimmi. - Tutto bene? - Si scusa stavo dormendo dimmi. - Abbiamo trovato un cadavere nel fiume Hudson, la scientifica è già al lavoro ti aspettiamo. - Arrivo subito.
L'uomo attaccò il telefono e immediatamente chiamò la donna, svegliandola dal suo sonno.
- Beckett! - Mhh. - Mi, no, ti ha chiamato Esposito hanno trovato un morto all'Hudson sto andando raggiungimi li. - Hmm? Aspetta...
Aveva già messo giù la cornetta.
Lo scrittore aveva osservato per molto tempo la donna mentre lavorava e oramai sapeva bene come orientarsi.
- Ragazzi. - Yo Beckett. - La vittima? - Uomo, caucasico, sui 35 anni, non aveva documenti con se. - Ciao Lanie. - Beckett. Dove hai lasciato il tuo fedele cagnolino? - Castle? Sta arrivando. Cosa mi sai dire? - E' stato ucciso con un'arma da fuoco, presumibilmente una '45. - Ora del decesso? - A giudicare dalla decomposizione del corpo si trova qui da 5 giorni. L'acqua ha dato un aiuto all'avanzamento delle cellule. Ti posso far avere i dettagli solamente dopo l'autopsia. - Ok grazie. - Beckeeeeeeet! - Ecco il tuo segugio!
L'uomo non riusciva a capire perchè il medico legale lo chiamasse segugio, o almeno faceva finta di non capire. Al sentire il nome della donna, si girò verso il suo corpo e vide che stava arrivando con due tazze di caffè in mano. Gliene porse una.
- Andiamo al distretto Castle qui abbiamo finito. - Ma sono appena arrivato. Lanie chi è il morto? Età? Calibro? Ora? - Ciao Lanie! - Kate ricordati dell'appuntamento a pranzo. - A-a pranzo? - Ci sarà sicuro!
Entrarono nella macchina della donna.
- Beckett mi spieghi cosa ti è saltato in mente? Quale appuntamento? Perchè tutte quelle domande? - Ti sto imitando, non dobbiamo destare sospetti. È un gioco di ruolo? Ruoliamo. Tu fai il detective e io lo scrittore rompi scatole. - Quindi dovrò andare a pranzo con Lanie? - Ebbene si! - Bene, perchè tu domenica a pranzo hai un appuntamento con Ryan ed Esposito, pizza e birra in sala relax alle due. - Nulla che non riesca a sopportare. - Sicura? Non è roba per donne. - Sopporterò e in bocca al lupo con Lanie.
L'uomo aprì la porta e cercò con lo sguardo l'anatomopatologa, la vide solamente quando essa alzò un braccio per salutare.
- Katie! - Lanie. Come va? - Bene bene. Finalmente riusciamo ad avere un po' di tempo per noi. Era un sacco che non facevamo un'uscita 'only girls'. - Eh già. - disse sorridendo. - Hey, tutto bene? Sei come assente. - Tutto bene, sono solo molto preso-a dal caso. - Un po' insolito. - Direi. - Ti farò avere i risultati il prima possibile. Ma non siamo qui per parlare di lavoro.
Uno sguardo malizioso si aprì sul volto della donna.
- Come va con il caro scrittore? - In che senso? - Non far finta di non capire bimba. - Vogliamo ordinare? - Uh, adesso cambia anche discorso. - Lanie davvero non... - Andiamo tesoro, se non sono accorti tutti tranne voi. Non mi dire che proprio non hai notato gli sguardi che ti lancia, per non parlare dei sorrisi che si formano sul tuo visto non appena apre bocca...e adesso sei arrossita. - Non è vero. - Si che è vero. - Come va con Esposito? - Va bene ho capito cambiamo argomento. Va bene, è così dolce. - Siete così carini. - E non puoi capire, a letto è una bomba! - Lanie risparmia i dettagli. - Lo so, lo so è un tuo collega ed è come un fratello. - Da quando state insieme sei sempre sorridente. - Potrei dire lo stesso di te da quando Castle è entrato nella tua vita.
La donna aprì la porta dell'appartamento dell'uomo e notò subito la luce accesa.
- Papà! - Alexis! Che ci fai qui? - E' sabato! - E' vero! Vieni qui fatti abbracciare, come stai piccola? - Bene bene, tu? E Kate? - Bene io e bene lei. - disse sorridendo. - Qualche nuovo caso all'orizzonte? - Questa mattina è stato trovato un uomo dentro all'Hudson. - Al fiume? - Si. - Indizi? - Ancora no, infatti questa sera devo andare da Beckett per iniziare le indagini. - Non le dai un attimo di tregua. - E' la mia specialità. - diede un bacio alla ragazza. - Papà. - Si? - Mi raccomando, vedi che puoi fare, lo sai che io tifo per te.
Usci da casa perplessa. Non aveva capito le parole della ragazza.
Cercò le chiavi invano, si era dimenticata che oramai le aveva Castle. Suonò il campanello e dopo pochi secondi la porta si aprì.
- Castle? - Hmm... - Dove sei andato? - Qui! - Dove? - Entra. - C-che stai facendo sotto al tavolino? - Mi è caduto un orecchino. - Eh? - Al tuo corpo è caduto un orecchino e lo sto cercando. - Come hai fatto ad aprire la porta se sei li sotto? - Io posso. - Convinto tu. Ti serve una mano. - Magari...ah no...aspetta...TROVATO!
La donna sorrise scettica.
- Come mai sei venuta qui? - E' tornata Alexis. Dormo qui. - E' vero, è sabato! Cucciola di papà, come sta? Sta bene vero? Era felice? Hanno studiato? L'hai abbracciata? Ti sei comportata come fare io? - Hai intenzione di continuare con le domande a raffica o posso rispondere? - Scusa. - Sta bene, era felice, si hanno studiato e si l'ho abbracciata. Mi sono comportata meglio di te. - Ne sei sicura? - Assolutamente sicura. - Dubito. - Tu? Dubiti? Di me? Non farmi ridere Castle. - Tu lo sai che il mio corpo soffre il solletico? E automaticamente anche tu. - Non oseresti mai. - Oh si invece.
Il corpo della donna si avvicinò a quello dell'uomo e inizio a fargli il solletico sulla pancia. Ma il corpo di Castle comandato dalla detective riuscì a scappare da quella presa e iniziò a correre per il corridoio, inseguita dal vero uomo. Non sapeva dove nascondersi e decise di buttarsi sul suo letto, magari al buio non l'avrebbe vista e invece, non solo la vide, ma si buttò sopra di lei e continuò a farle il solletico.
- Ti prego Castle smettila. - No. - Basta! - No. - Castle ho la pistola! - Uhuh. - Idiota! Non era un doppio senso! - Io sono innocente! - Se non la smetti ti ammanetto! - Questa cosa inizia a piacermi! - Ti odio! - Odi me o il tuo corpo? Non è così male sai? - Castle! - Va bene ti lascio in pace, ma prima...
Velocemente prese un cuscino e lo lanciò addosso alla donna, poi si alzò, tornò in salotto come se nulla fosse e si sedette sul divano.
- Maledetto uomo... - Anche in questo caso ti devo contraddire. Uomo come corpo? - Falla finita. - Prendo il pigiama e vado in salotto. - Scusa? - Prendo le cose e vado sul divano. - Perchè? - Dormi tu nel letto. - Oh no. - Si. - No. - Si e prima che tu ribatta con un 'no' ti spiego il perchè, anche se dall'aspetto non sembra, io sono un uomo e un uomo per principio non fa dormire una donna sul divano. Quindi tu adesso vieni a prendere la borsa di là e vai a poggiare la testa su quel cuscino. - Castle. - Si. - E' un pensiero davvero carino, grazie.
L'angolo di Angol, et voilà! Ho deciso di aggiornare oggi perchè domani ho il 18esimo della mia best e giovedì non so se parto nel dubbio mi anticipo il lavoro. La scena della rincorsa è casualmente autobiografica, con tanto di doppiosenso alla Rica! diciamo che mi ha dato una mano a scriverla! adesso da brava e torna a cuccia Rica cara! spero che vi piaccia...nel prossimo capitolo...bhe...in teoria rica mi deve dare una bella mano (lo so che state pensando male U_U), in pratica vediamo che si combina xD Ave o popolus!
P.S. mi scuso se non ho risposto alle recensioni ma finchè non finirà scuola non potrò leggere, recensire e rispondere. Mi limito al pubblicare =)
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