Racconti da una Nuova vita

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bice:)
view post Posted on 5/4/2011, 14:15




la storia del padre di Kate è triste.. :(
però il discorso finale tra Kate e Jo è scritto molto bene!!!!!! :)
bravissima.. :D
 
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Giuly_David98®
view post Posted on 5/4/2011, 15:59




CITAZIONE (bice:) @ 5/4/2011, 15:15) 
la storia del padre di Kate è triste.. :(
però il discorso finale tra Kate e Jo è scritto molto bene!!!!!! :)
bravissima.. :D

Quoto :=):
 
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Aelita@
view post Posted on 5/4/2011, 20:30




e bellissimo aspetto la continuazione! :happy: :=): :=D:
 
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beside_real
view post Posted on 7/4/2011, 23:27




Ladies rieccomi! Resuscitata! Mi dispiace che questi giorni sono stata poco presente ma rimedierò subito... con ecco a voi l'ottavo capitolo!
Vi ringrazio per l'affetto e la pazienza che mostrate nei miei confronti.
Devo dire che non mi è semplice scrivere bene quando ho tante idee per la testa e non ho la stessa capacità di molte di voi di dettagliare fluidamente... ma sto cercando di imparare. Soprattutto dalle veterane XD
E' la prima volta che metto qualcosa di iscritto che mi vede confrontarmi con un pubblico e la cosa mi fa solo che piacere, soprattutto per la condivisione.

8.
Il giorno dopo Beckett è a lavoro per risolvere il caso, erano andati avanti di molto, ma non tanto da trovare il killer.
Castle era in giro con Kate e stavano andando a trovare una persona per saperne di più sulla vittima. Entrando in una magnifica sala giochi.
"Ci sono! Serata giochi a casa nostra!"
Entrarono e la donna chiese di parlare con il direttore, ci rimasero una mezz'ora, non s'immaginavano che l'uomo sulla cinquantina, capelli neri tinti e orecchini ne avesse tanto da ridire sul povero uomo volante.
"Chi saresti tu?... tesssoro?"
Castle aveva il broncio perchè aveva sfidato Kate prima di uscire dalla sala ad hockey da tavolo e aveva perso clamorosamente.
"Hai avuto solo fortuna!"
"Oh sìsì! Come no! Non ti preoccupare, la penalità me la inventerò strada facendo!"
"Senti. E se il nostro uomo fluttuante fosse della cia?"
"Non la smetti con questa idea? Mi sono chiesta perchè non hai mai scritto una serie!"
"Già ci ha pensato Alias raccontarlo! Non ne sarei rispettoso..."
"Rispettoso? Come quando mi hai lasciato incinta?"
Castle non sapeva se ridere o sentirsi offeso, Kate si avvicinò a lui dandogli un bacio.
Quando si accorse che era sorridente anche lui sorrise, si sentiva felice.
Aveva fatto tanti sbagli nella sua vita ma era contento che quella sera di quincidi anni prima, un errore che avevano fatto assieme, li avessero liberati dalle loro oppressioni.
Adesso ne pagavano le felici conseguenze.

Era stato l'errore più bello della loro vita.

Erano tornati in centrale, Ryan beveva un caffè mentre leggeva un giornale.
Esposito non c'era, lasciando un bigliettino sulla scrivania di Kate che era con Lanie a mangiare un boccone al fast food e che al ritorno avrebbe portato qualcosa sia a lei che all'orfano di fratello, ovvero Ryan.
Demming passò, era uscito dalla sala break mentre parlava con qualche agente a proposito di qualche mandato urgente. Loro non lo notarono ma lui a loro sì.
Sorrise quando li vide seduti alla scrivania.
Si affacciò loro.
"Kate, Castle, vorrei solo dirvi una cosa, avete una figlia molto in gamba, siete molto fortunati."
Castle guardava Tom che se ne stava andando sorridendo e Kate al suono di quelle parole fece la stessa espressione, felice di sentirle. Richard si alzò andandogli incontro.
"Senti Demm..."
"Lo so Castle, non è stato facile per nessuno almeno all'inizio rivedere me. In un certo senso sono felice di vedere Kate trovarsi bene... con te. Devo ancora farmi l'idea. Non tutti riescono ad ammetterlo ma sono fiero di essere l'eccezione."
Castle sorrise quando Demming si chiuse nel suo ufficio. Si voltò e vide Kate sorridente che lo guardava a sua volta.

QUINDICI ANNI PRIMA

Kate era ancora insieme a Josh, continuava a lavorare nei medici senza frontiere, anche se aveva diminuito il tempo di stare di via per stare con lei.
Castle ne aveva sentito molto bene il cambiamento. In quel momento non era più così semplice rimanere se stesso nei confronti di Kate, conoscendosi che le sue emozioni sono difficili da non far esternare.
Lui aveva continuato a portare il caffè come ogni mattina, con il cattivo gioco faceva vedere che andava tutto bene, quando invece il suo fegato si stava corrodendo dalla rabbia. E da un pizzico di gelosia.
Eh, Richard, darsi una risposta sulla gelosia è facile e anche per l'invidia, ma per la rabbia...
Quel tira e molla ormai stava scemando, da parte sua lo scrittore aveva imparato ad abbassare la mira.
Kate sembrava così felice.
Martha vedeva sempre lungo, tanti anni di consigli e ha sempre visto il figlio con il muso. L'ultimo era stato su dover farla finita di arrabbiarsi con se stesso perchè sarebbe morto se insisteva che tutte le colpe erano solo da parte sua.
Finito il turno vide Josh venirla a prendere, lei sorridente lo salutò e salutò tutto il gruppo compreso Castle e abbracciato alla detective svanirono verso l'ascensore.
Montgomery uscì dal suo ufficio, vide prima Castle e poi la coppia andare via.
Ryan e Esposito erano molto dispiaciuti per lui, non lo ammettevano ma sapevano benissimo cosa passava fra i due.
"Sapevi che Josh le ha chiesto di andare per un po' con lui?"
Castle non rispose ma lo guardò, era sia sorpreso che non.
"E perchè non lo ha detto ancora a Castle? Noi ne sappiamo quanto lui, eccetto il nostro ficcanaso Javi." Abbaiò Ryan.
"E' la sua vita, non la mia." Rispose Esposito.
"E lei cos'ha detto?" Continuò Castle.
Disse a bassa voce lo scrittore, cercando di farla passare come se non si sentisse.
"Per quello che ne so niente ancora. Sa anche lei che deve finire di sbrigare delle commissioni."
"Non ci credo che ti arrendi così di punto in bianco, fratello!"
Castle sbottò di rabbia e irritazione.
"Ragazzi! Sapete com'è andata, ho perso le mie occasioni e ora ne pago le conseguenze! Non ne ho bisogno che ne fate una radiocronaca! Lei è felice e questo basta. Vi ringrazio che siete dalla mia parte ma ormai i giochi sono finiti!"
Senza dire nient'altro prese la sua giacca e se ne andò.
"Penso che questa volta non ci sia nessun finale da riscrivere."
Concluse Ryan a bassa voce e triste.
********************

Angolo degli sproloqui: Via ai commenti e recensioni!

Vi dico che non sono particolarmente portata per ideare i casi, molte volte vedendo Castle trovo persino difficoltà a seguire i fili logici XD
Punto molto sulla vita delle persone stesse e uso i casi, cercandoli di farli decenti, come sottofondo.

Qui inizia il primo dei flashback di loro nel passato... e prossimamentemente si affronterà la normale vita quotidiana con i gemelli... non si lascia nulla marcire XD ahahah

Alla prossima forum! ^^
 
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evidence
view post Posted on 8/4/2011, 20:34




Capitolo dopo capitolo stai migliorando e la storia si sta facendo più interessante, quindi prenditi tutto il tempo necessario.
Credo che non sia mai facile mettere per iscritto tutto ciò che ci passa per la testa, soprattutto con il pensiero che poi si sarà "giudicati" da un "pubblico", però non preoccuparti, siamo fra amici!
 
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lady nikki
view post Posted on 10/4/2011, 16:30




bene bene bene...vedo che la storia si fa interessante...aspetto il prossimo capitolo x vedere come continua!!
 
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beside_real
view post Posted on 15/4/2011, 12:24




Ecco il nono capitolo! :)

9.
Era passato un altro mese, e per la gente del distretto era una giornata come un'altra con gli intenti di risolvere i casi.
L'ultimo che avevano in mano, il quartetto, era più complicato ma lo affrontavano con il solito sarcasmo, se non notanto che ce ne fosse più del solito.
A Kate non dispiaceva, però le suonava tutto abbastanza e atrettanto strano.
"Come va con Josh?"
Disse Castle rompendo il silenzio, portandole il caffè.
Kate pensava tanto, troppo ultimamente, vedeva Richard sorridente e le faceva piacere. Ma si chiedeva dietro quelle parole che sentimenti gli passassero.
"Bene. Bene... la novità è che mi ha chiesto questa estate di andare con lui in uno dei suoi viaggi, tanto per vedere come lavora e com'è l'atmosfera..."
"Di sicuro sarà migliore di questo distretto..."
Disse sussurrando con lo sguardo rivolto altrove, Kate rimase ferma ma non rispose anche se aveva la bocca socchiusa.
"Ci vai?"
"Sì, ho pensato che cambiare aria qualche volta non fa male."
Lui le sorrise alla risposta. Smorzando il silenzio irruppe di nuovo.
"Sentite, ho pensato di fare cucina cinese a casa mia domani sera, volete venire voi due scanzafatiche? Se vuoi Beckett puoi portare anche Josh..." Disse cercando di camuffare il suo sforzo.
"Oh, no grazie. Ma abbiamo altri piani quel giorno."
"Oh. Va bene. ok..."
"Contaci!" Invece risposero all'unisono i due detective.
"Portate i giochi però! E questa volta vi straccio come formiche al sole!"
"Oh oh! L'ultima volta hai perso 6 set a 0 al Wimbledon ricordatelo."
'Feed this birds' fra i due detective.
"Li odio quando fanno così!"
Disse sussurrando in modo giocosamente irritato a Kate, che rideva.

Era primo pomeriggio quando si vide Alexis entrare nel distretto come un treno, Kate accennò della sua presenza perchè Castle preso a parlare del caso non se ne accorse.
"Tesoro! Cosa ci fai qui!"
"Non ti ricordi? Nonna, museo, estinzione, progetto? La scuola papà!"
Richard balzò.
"Oddio vero!"
"Il tuo cellulare era spento e non sapevo più come contattarti. Ciao Detective!" Salutà graziosamente la piccola testa rossa.
Dando un saluto generale a tutti quanti Castle se ne andò con Alexis sotto braccio.
Kate osservandoli li trovava molto carini. Molto dolci.
Chissà se li sarebbero mancati quando sarebbe andata via, pensò. Ma mancava tempo e come un fulmine tornò ad occuparsi alla lavagna e ai fascicoli.

Il giorno seguente era iniziato di nuovo come ogni singolo monotono giorno.
Ma per quel caso di cui se stavano occupando, aumentavano le foto i fascicoli la gente che si divincolava negli interrogatori le squadre, ma non si presentava nessuna pista.
Tutto cadeva in un vuoto inspiegabile.
La frustrazione sulla faccia di Castle si vedeva molto. Quando nel distretto chiunque, nessuno escluso, gli chiedeva cos'era successo lui rispondeva che andava tutto bene. Solo che non aveva dormito la notte. Ed in parte questo era vero.
A Javier la cosa non quadrava. Era molto preoccupato per il suo amico, anche Ryan. Ma Esposito sapeva pensare oltre quello che davano a vedere.
Seguì lo scrittore nella sala break, anche lui con la scusa di prendere un caffè.
"Cosa c'è che non va fratello..."
"Lo sai cosa non va. Non fare finta di non saperlo."
"Perchè non glielo dico a basta."
"Secondo te se lo dico cambia qualcosa? Non voglio ferirla, tanto meno quando la vedo felice."
"Tu pensi che sia felice?"
"Perchè, cosa ti fa pensare il contrario? Perchè se lo vedi fischiami che io non ho trovato nessun buco nella corazza."
Si spostarono andandosi a sedere. Sorseggiando.
"Avrei voluto solo essere capace di captare quando c'erano i segnali. È una vita che mi sento dire che ho lo stampo di essere un egocentrico e un donnaiolo. Non mi va più di giocare ed essere inserito a forza in quel tunnel. Forse è la legge del karma, e ne sono cosciente. Ho 'sempre' perso la mia occasione."
"E mettiamola invece in questa ottica... se ti ricapitasse l'occasione invece? Vedendo pur sempre che è in stato di confusione o..."
"Per favore, quello si chiama approfittarsene, non dichiararsi con cognizione di causa."
"Lo sai quanto noi che non è un tipo che lascia trasparire le emozioni. Ma mettendomi nei tuoi panni, sei l'unico che quando la guarda negli occhi la sa interpretare... una svista capita a chiunque fratello."
"Perciò mi dici che se capiterà quell'occasione, come la sfrutterò?"
Javier annuì.
"Non lo so. ...Se capiterà..."
"Torniamo dillà, sennò veramente crederanno che stai male sul serio."
Tornando sentì Kate parlare al telefono, era con Josh sicuramente.
Sbagliato.
"... qualcosa di magico... mh... sono sempre tua figlia ricordi? Ebbene sì, qualcosa di magico spero che sia... beh, siamo insieme solo pochi mesi ma trovo che sia il modo migliore di festeggiarlo papà..."
In quel momento girandosi si accorse che Castle l'ascoltava, Javier intanto era tornato alla postazione, quindi lei si alzò e se ne andò da un'altra parte.

Magico.
Era difficile a pensarsi ma dalla scettica Beckett, sentire magico suonava 'magico' allo stesso modo. Che idiota pensò, doveva festeggiare la serata con Josh, doveva aspettarselo. Ma la chiacchierata con il suo amico detective gli aveva riportato un po' di serenità.

Kate corse dal gruppo e ordinò di prepararsi che avevano trovato finalmente delle traccie da seguire. Una. Se non si sarebbero sbrigati avrebbero perso l'occasione e Kate era molto determinata.
Era partito come un caso legati di contrabbando di droga, che accidentalmente si collegava con dei casi più piccoli di cui se ne occupavano qualche altro distretto. Si era capito fin da subito che non potevano farcela da soli ma rimenevano pur sempre il punto di riferimento di tutte le squadre.
Stava tutto accidentalmente diventanto stagnante. Tutti ne risentivano e Castle non era da meno nell'intuirlo.
Il pomeriggio si trovarono davanti ad un palazzo abbandonato di svariati piani, la squadra con gli swat intervennero per perlustrare la zona. Era una zona periferica e non erano molto distanti dal porto. Il palazzo era attaccato lateralmente, e contornato, con altri edifici dello stesso tipo. La cosa che rendeva tutto curioso era lo stato di abbandono. Esca banale, pensò Kate, ma riusciva sempre.
Si sentirono dei rumori all'interno.
Scattarono tutti all'azione.
Castle la seguiva come un ombra, cercando di fare meno rumore possibile.
"Castle, tu fermati qui! Proseguiamo noi!"
Entrata, Kate iniziò a salire le scale. Ryan e Esposito si mossero da altre parti.
A Richard lui il palazzo non è piaciuto sin dall'inizio e nell'ingresso confermava la sua sensazione. Era tutto nero a causa incendio ma sembrava che lo era da secoli.
Le finestre erano rettangolari e piccole e si poteva notare la presenza di corridoi lunghi anche da fuori.
Non smetteva di guardarsi ovunque. Tralasciando cosa disse la donna la seguì silenziosamente come suo solito.
Ogni tanto la sua trasmittene gracchiava delle parole di Ryan.
Gli swat insieme al duo maschile rincorsero delle persone, provenienti dove sentirono i rumori fondati. Questa volta era Esposito che parlava dei loro movimenti.
Era passato qualche minuto e Kate era salita di qualche piano, sempre con la pistola davanti a se, si era ormai accorta che lo scrittore la stava seguendo ma non proferì parola per non andarci a litigare.
- Beckett. Qui Ryan. -
"Vi ascolto."
- Abbiamo catturato due uomini, ne abbiamo contati altri cinque e li stiamo inseguendo! ...Beckett! Abbiamo trovato dei bambini! Tutti sani. Abbiamo il brutto presentimento che ce ne siano altri. Non era solo contrabbando di droga... lo usavano solo come un trucco per incastrare i pesci più piccoli. -
"Ok. Tu e gli swat perlustrate ancora. Io sono in quello adiacente al vostro, controllo se ci sono bambini. Ordina al distretto di far muovere le chiappe e ordinare a tutti i distretti di controllare i casi dei rapimenti di bambini e di pedofilia."
- Ricevuto. Ti mandiamo rinforzi. -
La trasmittente si spense.

Il palazzo era grande e girarono per un po' di tempo. Beckett continuava ad avere la pistola in mano ed era tutta un fremito. Castle non era riuscito ad ascoltare bene cosa si dicessero i due detective perchè era preso a guardare nelle stanze oltre a rincorrerla. Invece la mente della donna rumoreggiava al pensiero di quei bambini, l'irritazione che sentiva solo lei poteva comprendere quanto fosse stata ampia.
Camminavano in silenzio. Castle la osservava e ammirava il suo atuocontrollo. Ma anche la bellezza delle sue movenze, se non doveva farsi sentire l stava facendo eggregiamente.

Il palazzo cominciò a dondolare a solo insaputa.
"Oh, oh. La cosa non mi piace." Smorzò il silenzio Castle con voce preoccupata, guardando il soffito.
-------------

Angolo degli sproloqui: che ne pensate? :)
 
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evidence
view post Posted on 15/4/2011, 13:38




Bel capitolo, mi è piaciuto soprattutto il discorso tra Castle e Esposito.
Ora vediamo cosa accade in quel palazzo.
 
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beside_real
view post Posted on 2/5/2011, 09:29




Ecco il capitolo 10! :)
Scusate tanto dell'assenza XP
Buona lettura e spero vi piaccia come stiano andando gli sviluppi.
Stefy.

10.
"Terremoto?!?!"
"No Castle!"
"Non vorrai dirmi..."
Da lontano si sentì una voce femminile urlare. Una bambina.
Immediatamente insieme corsero verso quel lamento disperato.
"Non dirmi che hanno messo la bomba nelle viscere della terra e l'hanno fatta esplodere a distanza apposta quando siamo intervenuti noi per sventrare questo mercato di esseri umani! Non ti sembra più logico che è un terremoto!!!"
"Sei tu lo scrittore non io!"
- QUI RYAN! PENSO CHE ABBIANO FATTO ESPLODERE DELLE BOMBE!!! -
"Lo so!" Urlò Kate.
- QUI ESPOSITO! USCITE CHE IL PALAZZO STA OSCILLANDO!!! ANCHE IL PALAZZO VICINO STA OSCILLANDO!! -
"Ricevuto! Portiamo fuori la bambina!!!"
"Ma non sappiamo neanche dove trovarla!!" Abbaiò disperatamente lo scrittore.
Ad un certo punto entrarono in un salone, c'era una bambina vestita di rosa che piangeva. Era sana ma era in piedi in mezzo alla stanza e li guardava.
Kate si avvicinò furtivamente e la prese in braccio. Fece cennò a Castle di cominciare a scappare.
Dopo però pochi minuti fu Castle a prendere il braccio la bambina, cosicchè Kate poteva muoversi e pensare alla comunicazione con gli altri detective.

Il palazzo iniziò ad oscillare più forte.

Trovarono delle strade sbarrate da macerie. Maledicevano ogni punto cieco. Non s'immaginavano che era ridotto così male quella struttura.
Corsero dalle parti opposte a quelle stabilite. Dal panico era diventato nello loro mente un labirinto. Senza uscita.
Sempre dal panico ssentirono di aver perso l'orientamento.
Si fermarono cercando di respirare. Le oscillazioni del palazzo sembravano diminuire.
Sospiravano. La bambina invece continuava a piangere e in quei momenti fermi Castle cercava di cullarla.
La poggiò a terra. Subito, fuori controllo degli adulti, corse giù per le scale ma si fermò trovando sbarrato. Quindi si fermò a piangere come l'ebbero trovata nella stanza.
- Siamo al palazzo vicino! Abbiamo sentito altre urla, ci sono altri bambini! - Gracchiò Ryan ad alta voce.
"Ryan! Noi ne abbiamo trovato solo una! Ma qui è tutto bloccato!"
- Cercate un passaggio per il palazzo che vi è più vicino di lato! -
Kate camminò pochi passi provando a trovare quell'orientamento perduto in pochi secondi ma il pavimento le cedette sotto le gambe. Portandosi anche un altro pezzo, sgretolandosi al seguito.
Con prontezza di riflessi Castle le prese una mano. Lei avvinghiò tutte e due le mani al suo braccio e la riuscì a tirar su.

Vicini.
Troppo vicini.

Castle le guardava gli occhi con lo sguardo di uno che non voleva perdere niente.
Kate si accorse di quegli occhi.
I loro visi erano a pochi centimetri. Lei poteva sentire il suo respiro affaticato e impaurito.
- BECKETT!! HANNO FATTO ESPLODERE ALTRE BOMBE NEGLI ALTRI PALAZZI!!! - Questa volta Ryan urlava impazzito.
Continuavano a guardarsi. Come se non ci fosse niente intorno a loro.
La bambina urlò più forte e la fece risavire.

Corsero via giù per le scale.
La bambina correva più di loro. Davanti a loro.
Finalmente trovarono un uscita di sicurezza, vedendo qualche swat Kate incoraggiò la bambina a correre verso l'uomo. Ci riuscì.
Ma in quegli istanti il palazzo iniziava a crollare.
Non come un esplosione da cantiere ma bensì dall'interno con pezzi che si sbriciolavano, e dall'ultimo piano.
Era un continuo gracchiare.
La porta d'uscita venne coperta dai calcinacci che bloccarono la strada. Castle urlò per la disdetta.
"CORRI CASTLE!!! CORRI!!!"
Correvano a più non posso.
Si maledicevano di essere saliti così in alto. Lui ogni tanto inciampava e lei andava a sbattere con le spalle continuamente.

Un'altra esplosione. Questa volta si era sentita bene. Da terremoto.
Barcollarono pesantemente.
Corridoio.
Muro che crolla, Castle la prese in tempo da non farle finire i calcinacci addosso. La strinse a se sul suo petto per non farla scattare via.
Attesero qualche secondo prima di ripartire.

Tu tum.
Quel cuore pulsante.
Tu tum.

Castle correva tenendo salda la mano di Beckett nella sua affinchè non sfuggisse per ogni eventuale cedimento.
Non parlavano. Lei notava la sua espressione intenta a cercare una via di fuga.
Buchi sul pavimento. Saltarono. Prima Richard, poi Kate. Si trovavano andirivieni vicini a pochi centimetri, lui però non ci pensava. Lei invece aveva lo sguardo perso in lui.
Sapeva cosa stava succedendo e non lo sapeva al contempo.
Il palazzo continuava a crollare imperterrito. Le macchine delle squadre si allontanarono per non essere coinvolte dalle macerie.

Terzo piano.
Altre macerie. Porte che venivano sfondate dai colpi di spalla.

Tu tum.

Secondo piano.
Il palazzo oscillava bruscamente. Se loro parlavano non si sentiva niente. Solo il fracasso delle macerie dei piani alti.

Tu tum.

L'uscita.
Tu tum.
Castle le urlò qualcosa che non sentì. Lo vide indicare una porta che dava sul palazzo vicino. Erano a pochi metri.
Tu tum.
I metri diventavano centimetri.
Tu tum.
Kate iniziò a rilassarsi e rallentò il passo.
Tu tum. Tu tum.
Ma in quell'ultimo istante Richard con uno gesto veloce e forte, prese la sua mano e la tirò sé violentemente. Entrarono nell'altro palazzo, sentendo l'altro crollare totalmente.
Le braccia di Castle tenevano stretta Kate al suo petto. La sua presa era forte, si poteva avvertire ancora il tremolio della paura di quello che stavano rischiando. Il suo respiro pesante soffiava sui capelli impolverati della detective. Lei ascoltava il suo battito del cuore. Anche lei tremava.
Ma si stava rilassando. Le piaceva quel calore.
Lei alzò gli occhi incontrando i suoi.

Tu tum.
Il suo volto si avvicinava.
Tu tum.
Non ti avvicinare, gridava dentro di se.
Tu tum.
 
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evidence
view post Posted on 2/5/2011, 14:31




Bel capitolo, ho immaginato la scena. Direi che questa è l'occasione che Castle attendeva per "aprirsi" a Kate, non può farsi scappare un'occasione così.
 
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KateBeckett
view post Posted on 2/5/2011, 14:36




wow bellissima!!!ho il fiato sospeso non vedo l'ora di leggere il seguito!!
 
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beside_real
view post Posted on 7/5/2011, 22:09




Buona serata a tutti! Ecco l'11 capitolo! :)
Buona lettura!
Stefy

11.
“QUI RYAN! PENSO CHE ABBIANO FATTO ESPLODERE DELLE BOMBE!!!”
- Lo so! -
“QUI ESPOSITO! USCITE CHE IL PALAZZO STA OSCILLANDO!!! ANCHE IL PALAZZO VICINO STA OSCILLANDO!!”
- Ricevuto! Portiamo fuori la bambina!!! -
Ryan era dentro il palazzo limitrofo a Beckett, a sinistra, con degli swat a prendere i bambini trovati. Erano tutti in buona condizione ma alcuni erano spaventati a morte.
Esposito era fuori dai palazzi, era riuscito a catturare due delle cinque persone interessate che cercavano di fuggire.

I ragazzini però erano più irrequieti del solito e dei più intraprendenti sfuggirono dalle mani degli swat e di Ryan. Alcuni urlavano addirittura che ce ne erano degli altri nei piani alti.
“Siamo al palazzo vicino! Abbiamo sentito altre urla, ci sono altri bambini!” Disse Ryan ad alta voce alla trasmittente.
- Ryan! Noi ne abbiamo trovato solo una! Ma qui è tutto bloccato! -
“Cercate un passaggio per il palazzo che vi è più vicino di lato!”
Cercava di dire rassicurando la sua collega.

Era un complesso di tre palazzi attaccati, che si collegavano fra loro da delle porte di servizio. Facendolo sembrare dall'interno un unico blocco singolo.
Sotto vi erano i magazzini sotterranei, ma si poteva entrare da delle serrande esposte nella piazza. Che erano per di più chiuse.
Quello di Ryan era il primo palazzo coinvolto dall'esplosione.
Era sicuro che erano li le bombe. Fu una cosa totalmente inaspettata per tutti quanti.
L'onda d'urto si fece sentire nel palazzo vicino facendolo dondolare, di poco.
Poi altre tre esplosioni si susseguirono che coinvolgevano tutte e due le strutture e anche da qualche altro palazzo. Il rimbombo si identificava fin troppo bene.
“BECKETT!! HANNO FATTO ESPLODERE ALTRE BOMBE NEGLI ALTRI PALAZZI!!!”
Ma non ebbe nessuna risposta.
Fortunatamente Ryan era al primo piano, poteva benissimo scappare.
Però Esposito entrò di furia, ordinò ad alcuni di andare incontro nell'altro palazzo per andare ad aiutare Beckett. Indicando le scale di sicurezza.
Ad occhio quel palazzo era ridotto peggio del loro.

Ryan era contornato da urla ma si accorse di qualche altro urlo in lontananza. Uno o due bambini erano da qualche parte. Dannazione.
Chiamò a se Esposito con l'intento di correre a prenderli, volendo evitare di trovarli nei posti dove possono crollare le macerie.

Un'altra esplosione.
“Qui base! Ci sono due bambini al quarto piano!” Urlò Kevin.
- Ricevuto! - Rispose uno swat che era nel furgone.
Cercando con gli occhi Javier ma senza trovalo urlò che si stava dirigendo sopra.
Il palazzo vicino iniziava a crollare. I due detective potevano solo sentire i rumori forti e netti.
Vennero avvolti da una sensazione di malessere e di pelle'oca.
Javier sentiva i scricchiolii, era riuscito a prendere i due bambini. Vide Ryan andargli incontro.
Non se nerano accorti di essersi passati vicino, Javier era stato molto veloce con degli swat a salire che a scendere.
“Sei pazzo! Torna indietro!!! Via! Via!” Ordinò Esposito allo stremo.
Riuscirono ad andarsene in tempo. Ed uscire.
Il palazzo dov'erano loro crollo solo in parte lasciando una parte intatta.
“Ma dove sono?”
Disse Ryan stancamente guardando il palazzo limitrofo crollato.
Il palazzo vicino al loro era crollato su se stesso lasciando solo un piano integro, quello base, e a mala pena il primo. Quello dov'erano entrati invece stava pendente sull'altro e qualche piano alto era ridotto male, con qualche maceria qua e là.

Castle era ancora avvinghiato a Kate. Poteva ancora sentire il suo corpo scosso dal tremore, lei poteva dire che era teso come una corda di violino.
Aveva poggiato la fronte sulla sua.
<<d-dobbiamo andare Castle...>> Disse con voce esausta la donna.
Ma lui non le rispose e piano piano avvicinandosi con la testa la baciò.
Si staccò da lei quasi subito, ma lei non si mosse.
Subito, come attratto da una calamita, lui tornò a baciarla con più intensità.
Kate rispose passivamente. Ma rispose.
Castle poggiò una sua mano dietro la nuca di Kate e la portò a sé per sentirla più vicina.
Richard non pensava ma allo stesso modo sapeva di usare il suo momento.
Il suo bacio era diventato affamato e a Kate gli sfuggì un gemito.
Beckett era stanca, ma quello che stava succedendo le stava dando un po' di calore. Solo dopo il tremito della paura si vide il lei, scaricando tutta la tensione accumulata.

Ryan ed Esposito erano andati a cercarli separatamente, finchè fu proprio il mulatto a vederli da lontano nel palazzo giusto.
<<qui Esposito. Ritiro delle truppe. Sono salvi.>> A voce normale cercando di abbassarla.

Tornati al distretto nel secondo pomeriggio andarono a mangiare tutti al Remy.
Erano decisamente molto affamati.
Ridevano e scherzavano e si era unito loro anche Montgomery per ascoltare l'accaduto. Per dispiacere di Castle la cena a casa sua dovette saltare e per la sfortuna Ryan e Javier avevano perso l'occasione di umiliarlo ai giochi.
Passata una buona oretta ognuno di loro tornò ai suoi passi verso casa.
“Scusate gente ma ho da fare.”
Kate smorzò all'improvviso creando una ola di lamenti dei presenti.
Richard la osservò senza batter ciglio. Esposito a sua volta osservò Castle accanto a se.
Aveva avuto la sua occasione ma come di norma sembrava per entrambi che non fosse successo niente. Esposito gli dette una spallata invitandolo a seguirla. Non lo disse a parole ma lo sguardo improvviso negli occhi di Javier lo esplicitavano. Con sforzo così fu.

Fuori dal locale Castle la inseguì nel tratto fino alla macchina.
“Castle! Smettila di seguirmi! Ho un fidanzato... e mi sta aspettando! Ora vattene per favore!”
“Beckett mi deludi! Volevo solo il gentil'uomo e accompagnarti fino alla macchina...”
Lei non rispose, abbassò lo sguardo e aspettò che lui la raggiungesse.
Il silenzio regnava sovrano.
Lei ricordava esattamente cos'era successo in giornata ma cercava di tirar via quelle immagini. Che sbaglio pensò. Quando il bacio era finito lei andò via a passo spedito e lo evitò di guardarlo finchè tornarono al distretto.
Richard però stava peggio.
L'universo ce l'aveva con lui. Quella fiducia ritrovata pomeriggio era sparita. Era riuscito a far cadere un altro masso più pesante tra di loro, ed era di nuovo colpa sua.
“Dove vai di bello?” Chiese cercando di rallegrare il tempo e cercando conversazione.
“Non sono affari tuoi Castle.” Disse sorridendo.
“Se devi passare a casa almeno permettimi di accompagnarti...”
“No...”
“Insisto...”
“No!”
“Avanti! Non fare la acida!” Disse facendo gli occhioni dolci.
“Non faccio la acida Castle! ...E poi sono io che ho un appuntamento, non tu...”
Sorridendo lui annuì. Contemporaneamente nel guardarlo lei ebbe un sussulto.
Improvvisamente lui la abbracciò forte contro se, poggiando la sua testa sulla spalla di Kate e chiuse gli occhi.
Lei poteva sentire il suo respiro sulla sua pelle, era così caldo.
In quell'abbraccio riusciva ad interpretare la stanchezza della giornata e il pericolo che avevano corso. E l'affetto di una persona che avrebbe tentato l'impossibile pur di salvare delle vite umane. L'affetto di una persona molto protettiva.
Quando la testa di lui si staccò potè lei notare che i loro volti erano di nuovo a pochi centimetri.
Tirò una brezza fresca che mosse delle ciocche di capelli della detective muovendole davanti al volto. Richard con la stessa dolcezza che aveva spinto il vento sui capelli le tolse con la mano.

Un bacio.

Josh intanto era al Central Park e le sue chiamate squillavano a vuoto.
Sapeva che oggi lei aveva avuto un grande lavoro da fare. Gli mandò un sms con su scritto di dover sventare qualcosa di enormemente pericoloso e non avrebbe saputo quanto ci avrebbe messo. Promettendogli di avertirlo quando poteva. Ma era abbastanza tardi e la cosa lo preoccupava.

Il calore era così grande che i loro corpi erano uno solo e la loro pelle era ricoperta da un leggero strato di gocce di sudore.
Lui non pensava. Lei per la prima volta non pensava.
I gemiti si facevano sempre più forti dal ritmo che si faceva più incessante.
In tutti e due vi era assenza di preoccupazione.
Era diverso dalla altre volte. Lei si sentiva veramente innamorata, o per lo meno come si somprendeva stava provando un emozione mai provata.
Era diverso dalle altre volte. Lui sapeva di essere innamorato dal profondo.
Nessuno dei due si chiedeva, tra l'una e l'altro, cosa stessero facendo il quel momento.
Dentro di loro già sapevano la risposta. Sapevano la risposta anche quando si guardavano negli occhi.

In quel momento volevano solo essere quello che erano.
 
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KateBeckett
view post Posted on 7/5/2011, 23:31




Bellissimo, ti prego continua presto!!
 
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evidence
view post Posted on 8/5/2011, 11:46




Finalmente sono riusciti a lasciarsi ad andare. Josh mi sa che aspetterà un bel po'...
 
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beside_real
view post Posted on 12/7/2011, 21:35




Urka da quant'è che non aggiorno la ff XD spero non me ne vogliate a male... anzi se volete picchiatemi a sangue, sono ben accette tutte le armi :P
Ecco il dodicesimo capitolo... cercherò di aggiornarlo ogni settimana così finalmente leggerete cosa combinano questi baldi personaggi sia nel presente che nel passato XD
To the next!
Besitos a todos!
Stefy
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12.

NEL PRESENTE
“Dici di Demming?”
“Sì. Penso che almeno per scusarci dovremmo invitarlo a cena.”
“Scherzi?”
“Sul serio?”
“Scherzavo Richard. Credulone!”
“Non è divertente.”
“E te non gioire troppo sugli allori quattordicenne. Può essere tuo zio.”
“Uno zio molto attraente!”
Sia che Kate che Richard si alzarono da tavola e si diressero in cucina. Lasciando Johanna chiacchierare con se stessa e Malcolm con l'intento a comprendere che avesse la sorella, guardandola come una psicopatica.
“Tuo figlio è troppo silenzioso..."
“Nah! Forse sta solo meditando come imbavagliare la sorella.”
Richard la lasciò ridere e silenziosamente si mosse verso il suo studio.
Sulla scrivania oltre al suo portatile aperto, aveva tanti fogli sparpagliati qua e là.
La sua lavagna elettronica era sempre al suo posto, ma questa volta era vuota di ogni scrittura.
Dove c'era la foto della tromba delle scale adesso era diventata una cornice che conteneva come un puzzle tantissime foto. Un emozione valeva per ognuna.
Il loro matrimonio. Una foto con le tre quattro della sua vita. Una foto di Kate col pancione.
Una foto del battesimo di Keyra e di Lyran. La laurea di Alexis. Una foto di Alexis con Ashley.
La foto di Kate con suo padre. Una foto di loro ai parco giochi.

La foto di loro due che tenevano in braccio Malcolm e Johanna appena nati.

QUINDICI ANNI PRIMA

Era una mattina soleggiata.
Castle si trovava nel letto a dormire serenamente, il suo petto era ricoperto da un velo di sudore, le lenzuola coprivano solo le sue parti intime.
Si svegliò sorridente, speranzoso di trovare qualcuno accanto a se. Ma niente.
Si alzò.
Si era scordato che quella non era casa sua.

Girò per casa. Nudo. Incurante.
Non trovò nessuno. Nessun biglietto. Niente.

Si vestì.
Uscì.

Decise di tornare a casa sua. Non sapeva perchè ma si sentiva sottotono.
Tornato a casa non trovò nessuno.
Si fece una doccia. Lunga. Molto lunga. Rinfrescante.
Chiamare Kate, pensava. Che la chiamava a fare, la incontrava al distretto pensò ovviamente.
Ma gli passava un altro pensiero, che a lui gli lo preoccupava.
Come si sentirà Kate oggi?
Non lo poteva immaginare, infatti.
È stata con lui quando doveva stare con il suo Josh.
Eppure quello che aveva sentito, era lei che lo desiderava. Era lei che si lasciava andare.

Ma cosa stava andando storto?

Arrivò in centrale, ero tutto intorno a se stranamente silenzioso. Portava in mano le due tazze di caffè fumanti con i cornetti. Ma Kate non c'era l'ombra.
Si guardò intorno ma non c'erano neanche i due detective. Saranno già in missione pensò.
Quindi per avere un po' di compagnia decise di andare giù da Lanie.
Anche se avrà da lavorare con i corpi c'è qualcuno vivo con cui parlare.

Aprì la porta, eccola. Lanie Parish in tutto il suo splendore lavorativo.
Con dei bisturi in mano.
“Ops! Scusa! Perdono!”
“Castle! Sto semplicemente incidendo un cadavere, non sopprimendo un coniglio.”
Vedendo cosa lui portava in mano decise felicemente di fermarsi per qualche momento e mangiare.
“Cos'è successo scrittore? Sei strano... da quelle volte che ti ho visto...”
“Non hai incontrato Beckett stamattina?”
Lei confermo negando.
“Ho saputo della vostra ultima missione... anche i dettagli...”
Gli sorrise maliziosamente e fece una mimica di un bacio.
“Senti Lanie...”
“Niente 'senti' scrittore dei miei bisturi. Lo sai che tutti noi abbiamo sempre pensato a voi due, e ora vuoi dirmi che non è successo niente? Se vuoi che poi senta come giudice di pace le cose dalla bocca di Kate farai meglio a dirmi la tua versione... o non sei qui per questo? Mh?... Lo sai che a me non sfugge niente ragazzo...”
Richard si fece forza decise di raccontare, partendo dall'inizio missione fino a cos'è successo la notte appena passata riassumendola in una frase corta, senza cadere nei particolari. Lanie era una che non si stupiva facilmente ma questa volta per lei lui l'aveva combinata grossa.
La sua bocca era socchiusa.
“Visto? Dì grazie ad Esposito che è lui che mi ha incoraggiato e mi ha ridato la fiducia!”
Disse con sarcasmo acido.
“Ok scrittore. Mi hai veramente sbalordito...”
Lanie si sedette e dopo dei secondi si rimise a lavorare.
“Mi ucciderà vero?”
“Se ti rispondo sul fattore immaginario, sì. Perchè la metterebbe sul piano che doveva stare con il dottore. Ma se dovessi essere sincera...”
“Dillo.” Tagliò corto lui.
“Se dovessi essere sincera come amica, adesso è lei che deve prendere la decisione. Tu hai fatto la tua mossa. Io ti consiglio da buona amica 'tua' di starle comunque vicino come hai fatto sempre. Anche se ti comporta far buon viso a cattivo gioco come se nulla fosse successo.”
“Non prendermi per egocentr...”
“Non lo conto perchè ti ho conosciuto già così.”
“Basta Lanie per piacere!... Non prendermi per egocentrico Lanie ma... se è veramente quello che ho sentito... lei era consenziente. Non mi ha mai nemmeno respinto...”
“Ohu.. uhau... qui le cose allora si farebbero più interessanti...”
Passarono qualche istante di silenzio.
“Io vado. Ti lascio lavorare.” Disse con tono lascitivo.
“Il mio silenzio costa.” Rimbeccò scherzosamente il medico legale.
Castle stette al gioco.
“Quando arriva natale fammi la letterina e io ti compro i giocattoli, se fai la brava bambina.”
“Da me non passerà una parola.”
“Grazie.”

Tornò ai piani alti ma Kate non la trovò ancora.
“Se cerchi Beckett oggi non c'è. Ci ha lasciato tutto a noi.”
Disse Ryan ad alta voce attirando l'attenzione. Castle prese il telefono ma lo rimise in tasca alle parole veloci che sentì da Esposito.
“Non ti consiglio di chiamarla per oggi Castle.”

Le lacrime scorrevano a fiotti.
La doccia sembrava non esistere perchè fusa con il pianto.
Era seduta per terra con le mani fra i capelli. Rannicchiata su se stessa.
Uscendo dalla doccia indossò l'accappatoio. Viaggiò per la casa con i capelli sciolti, incurante dell'acqua che colava. I suoi occhi rossi erano persi nel vuoto.
In cucina vide la bottiglia di sckotch che era poggiata su una credenza poco in alto.
Esitò al pensiero di volerla prendere.
Guardò il suo telefono. Vide le tante chiamate perse di Josh. Non sentiva nessuna emozione. Ne per lui, ne per niente intorno a se.
Non riusciva a pensare. Sapeva di non aver la lucidità per lavorare.
Prese il cellulare e chiamò.
“Ciao Josh... lo so scusa per ieri sera... ma... ho veramente avuto una giornata stressante... e pesante. Mh... mh, ok... non è che ho voglia di parlarne... riesco solo a dirti che la parola 'esplosione' non è una delle più belle che si posso sentire al momento... Josh ti prego, sono veramente distrutta. Quando ci vediamo ti racconterò... buon lavoro... ciao..ciao ciao...”
Si abbandonò sdraiandosi sul divano e chiuse gli occhi.
 
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62 replies since 13/3/2011, 10:17   986 views
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