felice di andare alla Hawaii Kate?

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bice:)
icon4  view post Posted on 11/7/2011, 14:43




visto che l'altra storia non vi è piaciuta molto.. ecco il primo capitolo di un nuovo esperimento!!! :D buona lettura e fatemi sapere se vi piace.. un bacione.. :D

Caldo.
Solo un torrido e asfissiante caldo.
New York era praticamente assediata da quell’ondata di calore da una settimana e tutti, nessuno escluso, cercavano disperatamente un modo per poter avere un po’ di quel tanto desiderato refrigerio.
L’asfalto era diventato così rovente da rendere ogni uscita per strada un’impresa ardua, il vento sembrava essersi preso una vacanza, e quel poco che era rimasto, sembrava provenire dal deserto.
Il sole continuava a farsi largo senza tregua.
Perfino quell’ammasso di gente che ogni giorno imperversava per le strade della città sembrava diminuito a causa di quel caldo insopportabile.
E la situazione non sembrava essere diversa al dodicesimo distretto.
In un angolo stava seduti, senza dare grandi segni di attività, Ryan ed Esposito.
Sulle loro sedie, continuavano a sventolarsi con un giornale preso da uno scaffale dimenticato, mentre chiudendo gli occhi, si immaginavano in qualche posto lontano da New York.
Il più lontano possibile, magari in Antartide, a ballare con i pinguini!
Poco lontano stava invece la detective Beckett e il suo fedele scrittore: Richard Castle.
In quei giorni tutto sembrava essersi fermato, sembrava essere diventato più lento.
Tutto, perfino gli omicidi.
Non c’erano stati casi interessanti da due settimane e l’atmosfera era di una calma quesi surreale.
C’erano momenti in cui la detective aveva sperato in questo genere di relax, ma ora, con quel caldo assurdo e con quella noia mortale, stava quasi desiderando un omicidio.
Ok, era una cosa piuttosto sgradevole, ma stava diventando pazza.
Pazza sul serio.
Non aveva mai amato particolarmente il caldo.
Diventava insofferente e più irritabile del solito, soprattutto se vicino a lei aveva un Castle più bambino del solito.
Sembrava che lo scrittore provasse un particolare senso di soddisfazione nel vederla così nervosa.
C: ahahah.. Beckett sembra che ti sia passato sopra un tir e che abbia fatto anche marcia indietro.
La detective si voltò di scatto, fulminandolo con lo sguardo.
C: ok, ok, stavo solo scherzando! Sai che non potrei mai dire una cosa simile seriamente.
B: Castle, ti rendi conto che ora come ora potrei risultare piuttosto pericolosa?
La donna se ne stava seduta alla sua scrivania, penzolando la testa all’indietro.
C: non oseresti.
Castle sfoggiò uno dei suoi ghigni soddisfatti, facendo innervosire ancora di più la detective.
B: non sfidarmi, perché comincio ad essere in astinenza da… omicidi. Quindi.. non vorrei che il prossimo debba essere proprio io a commetterlo!
La donna lo guardò, inarcando un sopracciglio.
C: ok, recepito il messaggio. Sto zitto.
B: oh, grazie.
La donna sospirò e tornò nella sua rilassante posizione.
Castle si appoggiò con i gomiti alla scrivania, con un’espressione imbronciata sul volto.
C: però così mi annoio.
La donna non lo degnò di risposta, limitandosi ad alzare lo sguardo brevemente.
C: ecco! Ho trovato!
Lo scrittore si era alzato di botto, quasi gridando.
Anche Ryan ed Esposito si erano rivolti verso di lui, richiamati da quel rumore brusco che aveva interrotto quel lunghissimo silenzio del distretto.
Beckett sospirò, preparandosi a quella che sarebbe stata la più grossa stupidaggine mai detta da Castle.
Ormai aveva imparato a conoscerlo e sapeva che quando si annoiava il suo cervello di uomo semi-adulto si metteva automaticamente in modalità “neonato”.
B: cosa Castle?
C: potremmo organizzare dei giochi da fare!
La donna lo fulminò.
B: sei impazzito? Capisco che al momento non abbiamo gran che da fare, ma siamo sempre in un distretto.
Ryan ed Esposito si erano alzati non appena avevano sentito la parola gioco e si stavano avvicinando verso i due.
E: e dai Becks! Che vuoi che succeda? E poi saremo sempre pronti, se mai dovesse esserci qualche novità, no?
Anche Esposito iniziava a sperimentare lo sguardo da cucciolo, che Castle aveva già inserito.
R: oh, te lo appoggio anche io amico!
B: siete insopportabili! Veramente dei bambini insopportabili.
Nonostante ciò, anche la donna sorrise e si mise più dritta a sedere.

Erano passate due ore e i quattro se ne stavano attorno alla scrivania a giocare al bel classico fiori, frutti e città.
E: ma dai, così non vale!
Castle sorrise, soddisfatto di se stesso.
C: come no? è colpa mia se sono imbattibile?
R: e ci credo, sei uno scrittore! Chi credi che sappia più parole di te?
La detective ghignò, avendo appena finito di contare il suo punteggio.
B: io mio caro scrittore. A quanto pare, la vincitrice sono io!
Castle sgranò gli occhi e strappò di mano il foglio alla donna.
C: ma non è possibile!
B: oh, si! sono fortissima! Vincerò sempre, qualunque gioco tu proponga!
E: oooooh, grande Becks. Hai sconfitto il ragazzo nel suo campo? Grande!
Ryan, Esposito e Beckett si diedero il cinque, lasciando Castle a dir poco insoddisfatto.
C: non ci credo! Voglio la rivincita!
Proprio in quel momento, però, la voce del capitano riportò l’intera squadra alla realtà.
M: ragazzi, vi dovrei parlare, nel mio ufficio.
R: eccoci.
La detective si alzò e, passando, mise lascivamente una mano sulla spalla di Castle e si abbassò, arrivando a parlare nell’orecchio dello scrittore.
B: oh, su, non te la prendere così Castle. Avremo altre occasione in cui potrò schiacciarti come si deve. Ora andiamo.
L’uomo rimase per un attimo sconvolto.
Scosse vistosamente la testa, susitando le rise di Ryan ed Esposito, e si diresse velocemente nell’ufficio di Montgomery.

M: ragazzi, per il terzo anno mi hanno informato che sta per iniziare un particolare addestramento per nuovi aspiranti detective, ancora nel pieno degli studi.
C: wow, è come un campo estivo?
Lo scrittore ricevette un’occhiataccia da tutti gli altri e si limitò ad alzare le spalle in segno di scuse.
M: qundi.. stavo dicendo, che mi hanno chiesto di inviare dei detective come addestratori. In questi anni, ho sempre mandato qualcuno che non fosse impegnato, ma sempre semplici agenti. Quest’anno però.. non avendo casi per le mani e, visto che ve ne dovete stare qui a giocare a fiori, frutti e città..
Detto questo guardò i quattri detective che abbassarono quasi contemporaneamente lo sguardo.
M:.. ho pensato di mandare voi. Siete i miei miglior detective e chi potrebbe essere un addestratore più adatto di voi?
E: no, no.. sta scherzando?
B: ma signore.. è sicuro di quello che dice?
M: mai stato più sicuro. E non accetto un no come risposta. Questo era implicito.
R: no, per favore.
M: non sento discussioni. Il campo si trova sulle spiagge delle Hawaii, in un territorio messo a disposizione dal governo. Vi occuperete di quei ragazzi. Dovrete tirare fuori da loro dei detective alla vostra altezza, sono stato chiaro?
B: e se succedesse qualcosa qui in città?
M: non preoccupatevi, non solo voi siete degli ottimi detective Ce la faremo senza di voi. E.. Castle, se vuoi puoi andare con loro.
Beckett si voltò immediatamente verso l’uomo, scuotendo la testa, facendogli capire quanto non desiderasse la sua presenza in quella situazione che sembrava inverosimile già di per sé.
Castle capì perfettamente, ma ghignante, accettò felice come un bambino.
C: oh, si! Non vedo l’ora. Grazie mille Roy.
B: oh, perfetto. Ora siamo a posto!
M: bene, per me è tutto. La partenza è prevista tra due giorni. Buon lavoro ragazzi.
I tre si scambiarono uno sgaurdo rassegnato.
E/R/B: lo faremo.
Uscirono dall’ufficio e si diressero verso le rispettive scrivanie con uno sguardo torvo, mentre Castle li seguiva eccitato come non mai.
C: felice di andare alla Hawaii Kate?
La donna lo guardò male, suscitando la risata cristallina dello scrittore.
 
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ely*83
view post Posted on 11/7/2011, 15:18




aspetta, qual è l'altra FF? mi sa che me la sono persa??? aaaaaaargh

questa mi ispira parecchio devo dire!!!! :happy: certo che.. povere reclute, chissà cosa gli insegneranno ryan e esposito ahahaahaha

li vedo bene quei 4 alle Hawaii :D
 
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KateMoore
view post Posted on 11/7/2011, 15:59




Ahah troppo bella come idea non vedo l'ora di leggere il seguito!!
Me li immagine quei quattro lì alle Hawaii...ahaha!!^^
 
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ValeFoxi
view post Posted on 11/7/2011, 18:31




ahaha
in pieno clima NewYiorkese
(fa caldoooooooo) mi sto sbellicando dalle risate!!!

Castle poteva farsi sfuggire l'occasione??'
ahah ma certo che no!!!

sono sicura che ne vedremo delle belle!

pubblica presto il prossimo capitolo!!!!!

Kiss
:>
 
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evidence
view post Posted on 11/7/2011, 21:20




Non solo a New York, anche qui da me c'è un caldo da pazzi...
Questa FF mi ispira parecchio, chissà che combineranno "i fantastici 4" alle Hawaii!
 
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bice:)
view post Posted on 18/7/2011, 13:35




nonostante sia indietrissimo ecco un nuovo capitolo!!! :D
speri vi piaccia!!! :D


2-PREPARATIVI

Ryan, Esposito, Castle e Beckett avevano così lasciato il distretto in tarda serata, dopo aver sbrigato le ultime pratiche prima dell’improvvisa partenza.
Il piano era semplice: si sarebbero incontrati all’aeroporto alle 10.00 spaccate così da avere abbastanza tempo per fare il check in e tutti gli ultimi preparativi.
Esposito sarebbe passato a prendere Ryan e immancabilmente Castle si sarebbe occupato della detective.
Non che Beckett ne fosse entusiasta, o almeno questo voleva far credere agli altri.
Lasciò Castle sotto casa sua, prima di precipitarsi a fare i bagagli.
C: allora siamo d’accordo. Domani alle 9 passo a casa tua.
Beckett sospirò.
B: non ho ancora capito perché sei tu a dover prendere la macchina.
C: perché sono di strada. Invece tu dovresti solamente allungare il percorso. Quindi, mia cara detective, domani ti affiderai alla mia sublime guida.
La donna roteò gli occhi.
B: me lo immagino. Ringrazierò se saremo in aereoporto tutti interi.
C: ehy, io sono bravissimo.
La donna sorrise, vedendo Castle imbronciato come un bambino.
B: buona serata Castle. A domani. E puntuale mi raccomando.
Castle la salutò con un sorriso a dir poco abbagliante.
Uno di quei sorrisi che illuminava il viso dello scrittore e che lo rendeva irrimediabilmente affascinante.
Uno di quei sorrisi innegabilmente rivolti solo alla detective.
C: buona serata a te Beckett.

La casa quella sera era più vuota del solito.
Martha era uscita, probabilmente con il suo nuovo pseudo-fidanzato, perciò l’unica che avrebbe potuto accoglerlo era il suo piccolo angelo.
C: tesoro, ci sei?
Si sentirono dei passi leggerissimi e veloci per le scale e Castle sorrise automaticamente.
Adorava quel rumore.
Sapeva di casa.
A: papà! Finalmente! Sei tornato tardi stasera.
Castle abbracciò delicatamente la figlia, assaporando quella tenerezza che ogni volta riscaldava il suo cuore.
C: lo so, ma sai com’è Beckett.. è una donna malvagia, una dittatrice instancabile.
Alexis si staccò per un momento, guardandolo di traverso.
A: si, papà. Non sei credibile. Come minimo sarai stato anche oggi a giocare in ufficio.
C: ehy, stai insinuando che tuo padre è uno scansafatiche?
Alexis fece finta di pensarci.
A: eeeeem.. si, assolutamente.
La ragazza si staccò velocemente dal padre, facendogli una linguaccia.
Castle rise e rincorse la figlia.
Alexis era ormai qualcosa di molto simile a ciò che potrebbe essere definito come donna.
Eppure questi momenti di scherzo, di gioco erano qualcosa a cui sembrava non voler rinunciare.
Suo padre era stato per lei il primo amore, il primo idolo, il primo eroe e, in fondo, lo sarebbe sempre stato.
Seduti sul divano, ancora con il fiatone, guardavano il soffitto.
C: sai, domani parto.
Alexis si mise a sedere più dritta, incrociando le gambe e facendosi interessata.
A: e dove vai?
C: alle Hawaii.
L’espressione della ragazza fu piuttosto curiosa.
A: alle Hawaii? A fare? Con chi?
C: lo sai, quando fai così sembri quasi tua nonna.
Alexis gli diede una pacca sul petto.
C: ok, ok. Parto con gli altri del distretto per un corso di addestramento. Due settimane.
La ragazza scoppiò a ridere.
C: che c’è?
A: tu.. che fai addestramento..? o mio dio.. perché devo sempre perdermi queste scene epiche?
Lo scrittore la guardò male.
A: va bene, scusa. E dimmi. Ci sarà anche Beckett?
La sua faccia divenne maliziosa come non mai.
C: certo. E tu-non-fare-quella-faccia!
A: che faccia?
C: su hai capito… Quella!
Alexis si fece improvvisamente più seria.
A: gliel’hai detto?
Castle abbassò gli occhi.
C: detto cosa?
A: ora chi è che fa il finto tonto? Gliel’hai detto di Gina?
C: no, e non credo le interessi.
A: ma su papà. La sai anche tu che non è cos-..
Castle si alzò di scatto.
C: vieni a darmi una mano con le valigie?
Alexis sospirò.
A: è più testardo di un mulo.
Disse sottovoce.
A: arrivo.

Appena aveva lasciato Castle sotto casa, Beckett aveva pensato di chiamare Lanie per farsi dare una mano con le valigie.
La dottoressa era diventata il suo punto fermo.
Era l’unica in grado di dargli una scrollata, di metterla davanti alla situazione cruda e semplice.
Era la sua fedele confidente e la persona che forse meglio la conosceva.
La passò a prendere e arrivarono all’appartamento nel giro di pochi minuti.
L: sai tesoro, ho una fame!
Beckett lasciò le chiavi distrattamente sul piccolo tavolo alla sua destra, prima di richiudere la porta dietro di sé.
B: anche io, ma credo dovremmo ordinare un bel po’ di pizza. Nel mio frigorifero non c’è più niente. Se apri e parli, potresti sentire l’eco.
Lanie si fermò e fece una faccia quasi sconvolta.
Beckett si bloccò sotto quello sguardo.
B: che c’è?
Lanie mise le mani sui fianchi e poi scosse la testa.
L: ti sei sentita? Questa è l’influenza dello scrittore.. non c’è niente da fare, quell’uomo ti fa un brutto effetto.
B: ma che dici? Solo perché ho fatto una battuta.
L: si, si va bene. Farò finta di crederci solo per evitare che tu debba dire a te e a me un’altra marea di balle.
B: sei una rompiscatole.
Lanie alzò le spalle, e si diresse in camera da letto.
Ci fu qualche minuto di silenzio, mentre la detective finiva di sistemare qualcosa in soggiorno.
Quando Lanie era in casa sua e c’era silenzio, questo poteva significare solo una cosa: stava praticamente distruggendo qualche stanza.
Poco dopo, si affacciò la dottoressa dalla camera della detective con in mano un abito lungo, molto elegante, che Beckett si era anche dimenticato di avere.
L: dolcezza, dove la tieni la valigia? Devo iniziare a metterci questo.
Beckett sgranò gli occhi.
B: Lanie, ma dove lo hai trovato quello? E che ci dovrei fare? Dai, rimettilo dov’era.
L: non ci provare. Non ci credo che in due settimane quello scrittore da strapazzo non ti chiederà di uscire. Per di più alle Hawaii. Il che significa che dovrai essere bellissima.
B: Lanieeeeeeee. Lascia quell’abito. Non lo porterò via mai e poi mai.

Due ore dopo, quando la valigia era già quasi a metà, il vestito elegante si trovava beatamente sul fondo del bagaglio.
Era impossibile dire di no a Lanie Parish.
L: quindi spiegami per bene. Andate lì e tu dovresti fare da maestrina a degli aitanti aspiranti deteective.
Beckett alzò gli occhi dalla maglietta che stava piegando.
B: già, niente di speciale.
La dottoressa scoppiò a ridere.
B: e ora che c’è?
L: oh, niente niente. Mi stavo solo immaginando la faccia di Castle. Ahahaha.. o mio dio.. impazzirà. Quasta volta impazzisce veramente.
Beckett la guardava confusa.
L: ma si! Vederti tutto il giorno in mezzo a giovani uomini di cui la metà ti farà gli occhi dolci. Tutti molto probabilmente dieci volte più muscolosi di quel pappamolle! Sarà geloso fradicio! O che spettacolo. Per favore fagli una foto!
Beckett lo guardò di traverso e sospirando.
B: Lanie, non è vero.
L: si, come no. Ti muore dietro da quanto? Tre anni?
B: ma che dici? E poi ora sta anche con la sua bella editrice, no?
Lanie la guardò curiosa.
L: dolcezza, tu sei innamorata cotta. Quello è il tono di una-grandissima-falsissima-donna-gelosa.
Le guance di Kate divennero rosso fuoco.
B: ma non è vero.
L: si, si, come ci credo bella mia. Fammi capire. Gliel’hai detto del dottorino?
B: no. E non vedo perché avrei dovuto dirglielo!
Lanie mise una mano sulla fronte.
L: siete le persone più idiote che abbia mai conosciuto. Lui è cotto, tu sei cotta e non gli dici del dottorino?
Beckett abbassò gli occhi.
B: finiamo la valigia?
L: e va bene. Tanto con te è una causa persa!
 
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evidence
view post Posted on 18/7/2011, 13:59




Belli i preparativi! E meno male che ci sono Alexis e Lanie a tentare di svegliare quei due tontoloni. Speriamo che le Hawaii li facciano sciogliere un po'!
 
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KateMoore
view post Posted on 18/7/2011, 15:21




CITAZIONE
L: siete le persone più idiote che abbia mai conosciuto. Lui è cotto, tu sei cotta e non gli dici del dottorino?
L: e va bene. Tanto con te è una causa persa!

Come sempre ha ragione Lanie, quei due vanno alla velocità di un bradipo zoppo!!xD
Non vedo l'ora di vederli alle Hawaii....scommetto che in un modo o nell'altro finiscono in camera insieme!ahah
Bello anche questo capitolo comunque, aggiorna presto!^^
 
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ely*83
view post Posted on 18/7/2011, 16:48




Lanie gif gif gif gif gif gif

bel capitolo sui preparativi, quel vestito promette bene :XD: continua a scrivere ed a postare cara :D
 
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bice:)
view post Posted on 22/7/2011, 22:41




bè, non so se vi piaccia però ecco un nuovo capitolo!!1 :D
buona lettura...

Per una volta lo scrittore era stato veramente puntuale.
Ovviamente non aveva fatto tutto da solo.
Questo sarebbe stato chiedere troppo, però, grazie ad Alexis, che aveva ancora una volta fatto la parte di sveglia trillante umana, era riuscito ad essere sotto l’appartamento di Beckett per le 9 spaccate.
Decisamente euforico all’idea del viaggio, scese dalla macchina e si avvicinò allegramente al citofono.
Dall’altra parte Beckett rispose velocemente, indaffarata nel sistemare le ultime cose.
Questa volta quella ritardataria era lei, perciò, doveva in tutti i modi darsi una mossa.
C: bonjour ma chérie.
B: Castle?
C: oui, je suis le célèbre Richard.
La detective roteò gli occhi.
B: oh, andiamo bene. Sei già così di prima mattina?
La donna sospirò.
B: Arrivo subito, te fai il buono ok?
C: ma non sono un bambino.
B: no.. infatti sei molto peggio. Su arrivo.
Castle sbuffò e si allontanò dal citofono.
Si stava annoiando, perché in fondo la detective era esattamente come tutte le altre donna che aveva avuto il piacere di conoscere: perennemente IN RITARDO.
Non che il problema fosse il ritardo di per sé, bensì l’attesa.
Già, perché si annoiava, terribilmente, soprattutto quando era così energico.
Si mise a fischiettare, finchè una domanda non gli banelò in mente: perché non dare un po’ di fastidio alla detective?
Da lì all’aereoporto non ci voleva più di mezz’ora, quindi avrebbe anche potuto rallentare un po’ la sua musa.
Si avvicinò di nuovo al citofono, posando il dito sul campanello con non curanza.
B: Castle, ho quasi finito!
C: mon amour.. ti sto aspettando, il mio cuore sta impazzendo.
Stava gesticolando con fare teatrale, come se potesse vederlo.
Si sentì un secondo di silenzio e un sospiro profondo.
B: Castle, sei ubriaco?
C: ma no. Stai solo assistando alla mia immensa vena francese! Non sono ancora più affascinante da parigino?
B: si, ti piacerebbe, Castle.
C: stai ferendo il mio cuore, lo sai?
B: me lo immagino.
C: mmmmh, ho capito. Mi tratti così male, solo per non far capire a tutti quanto mi ami.
Involontariamente le guance della detective divennero rosse.
B: Castleeeeeeeeee.
C: ma-..
La donna aveva chiuso la conversazione, prendendo di nuovo le valigie e chiudendosi la porta alle spalle.
Castle nel frattempo aveva rispreso a suonare al citofono, quasi ballando sul posto e fischettando.
Una signora, di ritorno dal supermercato, carica di borse, gli passò accanto e lo fissò sconvolta.
Castle aprì il portone all’anziana signora e fece un accenno di inchino.
C: prego madame.
Lo scrittore sorrise e la vecchietta lo ringraziò, felice come una bambina.
A pochi passi dall’ingresso principale, Beckett incontrò la signora Rovestas.
Una vecchietta molto cortese, anche se con una chiacchiera.. come dire abbastanza noiosa.
R: cara, dove va con quelle valigie?
Le detective si fermò controvoglia, ma cercò di risultare cortese.
B: sig.ra Rovestas! Buongiorno. Parto per un viaggio di lavoro. Ma starò via per poco.
R: oh, ma allora quel bel giovanotto viene con lei?
Lo sguardo della detective corse fuori da casa sua e vide Castle giocherellare con le chiavi della macchina.
B: oh.. si, diciamo che mi accompagna.
R: è veramente un bel ragazzo.. un po’ strano forse.
B: bè..-guardò di nuovo fuori, mentre Castle lanciò le chiavi e tentò di prenderle al volo. Facendole cadere ovviamente-.. veramente.. ha qualche rotella fuori posto. Diciamo che è meglio dire che sono io ad accompagnare lui.
R: che cara ragazza.
B: la ringrazio, ma ora devo proprio andare. Arrivederci.
R: arrivederci e mi saluti tanto quel giovanotto.
La detective ripartì di corsa e uscì, quasi correndo verso Castle.
Arrivata davanti allo scrittore, lasciò le valigie di botto e lo guardò in cagnesco.
C: buongiorno Castle! Buongiorno anche a te Beckett!
B: non è un buongiorno! Ma sei impazzito? La mia vicina ti crede un mezzo svitato!
C: ma come? Le ho anche aperto la porta! Non sono stato un perfetto gentiluomo?
Castle sorrise, vedendo la detective sempre più infuriata.
Beckett sbruffò e si diresse verso il bagagliaio per lasciare le valigie.
B: come odio le Hawaii.
Lo disse fra i denti, provocando le risa dello scrittore, che la seguì poco distante.
Una volta sistemato il tutto però, la donna, con un movimento felino, riuscì a strappare le chiavi dalle mani dello scrittore.
B: mi dispiace Castle, ma per farti perdonare per tutto il rumore che hai fatto finora, guido io.
Castle mise il broncio, come un bambino a cui era appena stato rubato il giocattolo.
C: ma non vale! La macchina è la mia!
B: ma le chiavi ce le ho io! Come la mettiamo?
Beckett si appoggiò provocatoriamente alla portiera, facendo penzolare le chiavi.
C: perfida, perfida donna.
Beckett sorrise.
B: forza sali, célèbre Richard.

Alle 10 in punto erano all’aereoporto.
Di sicuro grazie alla guida della detective.. non perfettamente nei limiti di velocità.
Castle scese dalla macchina, facendo una faccia sconvolta e dirigendosi verso Ryan ed Esposito che li stava già aspettando.
E: ehy amico, che è quella faccia?
C: sto per vomitare! Quella donna è pazza. Dovete assolutamente toglierle la patente. È un pericolo pubblico. Siete poliziotti, no? Toglietele LA PATENTE.
I due iniziarono a ridere di gusto.
B: Castle, ma quanto ti piace lamentarti?
C: dico solo la verità.
R: ehy Becks, vuoi farci morire d’infarto il nostro scrittore?
La donna sorrise e sorpassò i tre uomini.
B: tranquilli, per farlo morire d’infarto avrei potuto fare ben altro che guidare pericolosamente.
I tre uomini si guardarono con la mascella quasi al pavimento.
C: no, dico avete sentito? Poi dice che non ho ragione a chiamarla perfida provocatrice.
R: è già. Te la sei scelta tosta amico.
E: già mi immagino queste due settimane. Quanto mi divertitò!
Ryan ed Esposito diedero una pacca sulla spalla di Castle e si diressero verso Beckett.

I quattro salirono in aereo, cercando i loro posti, fino a quando una hostess avvistò Castle.
Host: sig. Castle! Buongiorno.. Prego, se volete seguirmi vi accompagno alla vostra postazione in prima classe.
Ryan, Esposito e Beckett si guardarono sconvolti.
R: prima classe?
C: visto che il capitano mi ha permesso di venire con voi, ho pensato di offrire qualche comfort. Spero non vi dispiaccia.
E: spiegami, ti ho già detto che ti adoro?
Castle fece una faccia fintamente schifata.
C: fortunatamente no!
I quattro scoppiarono a ridere.
C: andiamo allora?
Ryan ed Esposito furono i primi a seguire la hostess, mentre Castle rimase leggermente più indietro con la detective.
Beckett guardò per un momento indisturbata lo scrittore, trovandosi inspiegabilmente a sorridere.
La donna mise una mano sulla spalla di Castle.
B: bè, allora grazie.
Castle la osservò intensamente negli occhi, godendosi come ogni volta quella vista meravigliosa.
C: questo ed altro, detective.
Fece una piccola reverenza scherzosa alla donna, sorrise leggermente e seguì gli altri per lo stretto corridoio, lasciando Beckett a scuotere la testa, divertita.
 
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evidence
view post Posted on 23/7/2011, 18:47




CITAZIONE
E: già mi immagino queste due settimane. Quanto mi divertirò!

Esposito ha ragione! Se le premesse sono queste, ci sarà davvero da divertirsi!
Brava bice, bel capitolo: simpaticissimo!
 
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bice:)
view post Posted on 6/8/2011, 10:30




visto che ormai l'unica a continuare a leggere la storia è evidence (che ringrazio di cuore), pubblico un altro capitolo e poi lascio a lei la scelta se continuare o no ad aggiornare!!! :)


Un viaggio decisamente rilassante.
Probabilmente anche per l’eccitazione della prima volta in prima classe, ma si erano goduti ogni singolo servizio.
Un pasto favoloso, ogni tipo di comodità.
Eppure 12 ore erano lunghe. Dannatamente lunghe.
Esposito vicino a Ryan e Castle vicino a Beckett.
Avevano riso, chiacchierato, ma anche loro terminarono le idee e si decise per il più rilassante dei passatempi: dormire.
Bè , forse decidere non era il verbo giusto da usare.
Meglio dire che si trovarono a dormire.
I tre uomini erano praticamente crollati, mentre Beckett si permise di godere un po’ di quella salutare solitudine.
Il suo posto era accanto al finestrino e di notte lo spettacolo era veramente mozzafiato.
Sospirò profondamente e si voltò.
Vedere i suoi colleghi cullati dalle braccia di Morfeo era eccezionale.
Soprattutto per le pose scomposte che avevano assunto.
Esposito praticamente sdraiato sul povero Ryan, che aveva assunto un’espressione quasi sofferente.
Beckett sorrise dolcemente, ma la sua attenzione venne richiamata da qualcun altro.
Dal passeggero accanto a lei.
Castle dormiva beatamente.
I suoi lineamenti erano completamente rilassati, i capelli scompigliati e il respiro calmo.
Avrebbe avuto voglia di accarezzarlo e tenerlo accanto a sé, ma capì quanto quell’idea fosse folle.
Scosse la testa tra sé e si limitò ad avvicinarsi al volto dello scrittore e spostare con una delicatezza quasi innaturale un ribelle ciuffo di capelli.
B: buonanotte Rick.
E coccolata dal profumo penetrante dell’uomo si addormentò.

L’arrivo fu piuttosto turbolento, ma niente che i nostri coraggiosi poliziotti o presunti tali non potessero sopportare.
C: ehy, ma è normale che sia un caldo terribile anche a quest’ora? No, perché sembra di essere appena scesi dall’Artico al Sahara.
Beckett lo fissò in malo modo.
B: poi non ho ragione. Sei veramente un lamentone.
C: ho solo detto la verità. Con questo sbalzo di temperatura ci verrà una broncopolmonite.
Beckett rise di gusto.
C: che c’è da ridere? E se venisse a te?
B: impossibile. Sono tre anni che non ho avuto più niente, figurati se posso prendere l’influenza alle Hawaii.
Ryan tossicchiò, richiamando l’attenzione su di sé.
R: ehy ragazzi, avete finito di flirtare?
Ryan ricevette occhiate eloquenti da entrambi.
R: ok, ok.. stavo scherzando. Comunque andiamo, ci hanno mandato una macchina per raggiungere il campo!

A mezzanotte e mezza precisa arrivarono a destinazione.
Il campo aveva qualcosa di estremamente suggestivo.
Castle si guardò attorno estasiato.
La bellezza di quelle spiagge era evidente anche di notte.
Il rumore del mare faceva da sottofondo e il penetrante odore di salsedine aveva invaso le narici dello scrittore, trasportandolo in un mondo tutto suo.
Beckett lo osservò per un momento, perso nei suoi pensieri.
B: Castle.
Niente.
La detective lo sfiorò delicatamente su un braccio, facendolo risvegliare.
B: Castle, ci stanno aspettando. Dobbiamo andare.
C: arrivo subito.
Il gruppo si allontanò leggermente e Castle si decise a raggiungerli solo dopo aver dato un’altra occhiata estasiata a quel mare notturno.
Fecero pochi metri a piedi, fino a trovarsi di fronte ad un casotto, tutto in legno, illuminato da un faro, posto sul lato della costruzione.
Proprio davanti alla porta una donna e un uomo li attendevano.
Castle si avvicinò alla detective e parlò quasi sussurrando.
C: secondo te ci uccideranno?
La donna roteò gli occhi e rispose allo scrittore, assumendo lo stesso tono di voce.
B: e sentiamo perché dovrebbero ucciderci?
C: stavo pensando che se io fossi un criminale, attirerei tutti i migliori detective di New York qui e li ucciderei con una bomba, eliminando anche i futuri poliziotti. Sarebbe un piano ingegnoso. Pulizia per tanto, tantissimo tempo.
La detective si fermò e lo guardò seriamente.
B: sai, potresti avere ragione. Come ho fatto a non capirlo?
L’espressione della donna era più seria che mai.
Castle la guardò confuso.
C: ma ch-..
B: secondo te, dovremmo dirlo agli altri?
Castle era a dir poco sconvolto e un’agitazione tremenda lo avvolse.
L’espressione di Beckett era dannatamente seria, non vide ombra di scherzo.
C: Beckett, smettila. Lo sai che sono un fifone.
B: Castle, parlo seriamente. Come facciamo?
C: io, io non lo so.. io stavo solo scherz-..
Lo scrittore si bloccò improvvisamente, vedendo nascere sul volto della donna un grosso sorriso che si trasformò presto in una fragorosa risata.
C: mi stavi prendendo in giro?
B: oh Castle. Avresti dovuto vedere la tua faccia.
L’uomo incrociò le braccia e fece un’espressione offesa.
C: ah-ah.. come siamo simpatiche.
B: e dai, ora non fare l’offeso. Era un’occasione d’oro.
C: tranquilla. Avrò tempo per vendicarmi, detective.
L’uomo si riavvicinò al resto del gruppo, lasciando la detective a ridere.

Cap: salve, sono veramente felice di conoscervi. Io sono il capitano Jasmitt. Mi occupo della gestione del campo.
R: il piacere è nostro.
Cap: spero abbiate fatto un buon viaggio.
E: oh, si, veramente ottimo.
Cap: bene, ne sono felice. Immagino sarete stanchi, quindi sarò breve. Sono tre anni che organizzo questo campo ed è la prima volta che mi trovo con così tanti e ottimi detective tutti insieme. Allora, se siete d’accordo, vi occuperete di 20 ragazzi, in coppia. Siete libere di decidere come volete. Sarete voi a gestirli. Potrete scegliere qualunque tipo di addestramento, l’importante è che tiriate fuori da quei ragazzi dei veri poliziotti, che conoscano cosa significa mettersi a disposizione della città.
B: va bene.
Quell’uomo sembrava una gran brava persona.
Uno di quegli uomini che avevano dedicato la loro vita al loro lavoro e alla loro città.
B: mi scusi, ma immagino lei sappia del sig. Castle.
A questo seguì un’occhiata di disapprovazione da parte di Kate allo scrittore.
Cap: si sono stato informato. Ed è un piacere conoscerla sig. Castle.
C: piacere mio.
B: quindi immagino sappia che sarà impossibile formare una coppia con lui.
Cap: si, ma ho già provveduto. Vi presento il detective Smith. Attualmente in servizio a Manahttan.
Era un uomo sui 35 anni.
Capelli scuri, occhi verdi e profondi, voce calda, da possibile doppiatore, e sorriso ipnotico.
S: salve, molto piacere.
Lo sguardo della detective analizzò quell’uomo in tutti i suoi dettagli, rimanendone in parte affascinata, ma la voce di Castle la riportò alla realtà.
C: piacere.
Il suo saluto però fu piuttosto distaccato, cosa che Beckett notò immediatamente, pur sfuggendogli il motivo.
S: allora sembra che lei sia la mia partner per queste due settimane.
B: già, così sembra.
La detective sorrise, provando un’inspiegabile simpatia per quel giovane.
Cap: bene, a questo punto immagino vorrete riposarvi. Vi faccio vedere le vostre sistemazioni.
 
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ValeFoxi
view post Posted on 6/8/2011, 11:24




Bella io ti seguo su efp!!!
Se è per fare numero ti seguo anche qua !!
Xo riceverai un commento copia incolla ahahah

Fammi sapere!!!

:>
 
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evidence
view post Posted on 6/8/2011, 14:54




mmm... questo detective Smith già non mi piace, Castle deve mantenerlo a distanza da Beckett...
Belli come sempre i battebecchi Rick/Kate!
Sono proprio incuriosita da come evolverà questa vacanza/lavoro.
CITAZIONE
B: impossibile. Sono tre anni che non ho avuto più niente, figurati se posso prendere l’influenza alle Hawaii.

Le ultime parole famose... non so perché ma ho il presentimento che si prenderà una bella influenza e Castle gongolerà perché gliel'aveva detto!

Bice, decidi tu se continuare ad aggiornare oppure no. Io di sicuro continuerò a seguirti, o qui o, se preferisci, su EFP.
 
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bice:)
view post Posted on 6/8/2011, 15:37




ragazze ditemi voi.. volevo dire anche per un fatto di comodità.. se mi seguite già su efp o se proprio non lo seguite, allora mi conviene non continuare ad aggiornare anche qui!!! :) fatemi sapere.. ;)
 
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15 replies since 11/7/2011, 14:43   250 views
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