Nascondino Pericoloso, Possibile Spoiler

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Angol‚
view post Posted on 28/7/2011, 13:13




NASCONDINO PERICOLOSO



Atto Primo


Come ogni mattina Alexis Castle si svegliò e scese in cucina per fare colazione, solitamente ad aspettarla dietro al bancone della cucina era presente suo padre, ma quella mattina qualcosa era cambiato.
Accanto ai fornelli non vi era nessuno. La giovane pensò che il padre potesse essere ancora a letto a dormire e decise di controllare in camera da letto.
Salì le scale e aprì la porta, non era nemmeno li.
Era strano, ogni volta che Richard usciva presto di casa le lasciava un biglietto di saluto.
Fece la cosa più ovvia, prese il telefono e compose il numero del cellulare del padre; squillava, ma il suono proveniva da un luogo a lei vicino, il comodino.
Iniziò a preoccuparsi, suo padre non abbandonava mai il cellulare, era parte di lui. Provò con un ultimo tentativo e lo cercò in bagno, stanza vuota, asciugamani asciutti; ebbe un'illuminazione, Richard aveva l'abitudine di preparare i vestiti che avrebbe messo il giorno successivo e li poggiava sempre sulla sedia che aveva vicino alla porta, andò a controllare sperando di non trovare nulla e invece, con suo grande dispiacere, i vestiti erano tutti li.
Nessuna traccia del padre in casa, il cellulare sul comodino e i vestiti sulla sedia.
Il panico stava prendendo possesso sulla ragione, quella settimana in casa non era presente nemmeno Martha,che aveva deciso di dormire nella sua scuola di recitazione per la preparazione di un ruolo da co-protagonista.
Il cellulare dell'uomo squillò e fece sobbalzare la ragazza, era Beckett.
- Pronto? - rispose.
- Castle abbiamo una vittima sulla 72esima – la voce si bloccò di colpo – un momento...Alexis? Che fine ha fatto tuo padre? - si notava perplessità nel tono.
La giovane Castle non rispose.
- Alexis? Alexis stai bene? Che è successo? - la detective iniziò ad allarmarsi – Alexis? - Dall'altra parte della cornetta provenivano solo singhiozzi.
- Be-be-b-bec-kett – piangeva.
- Alexis mi stai facendo preoccupare dimmi che cosa è successo – ribadì.
- P-pa-papà -
- E' successo qualcosa a Castle? - chiese allarmata.
- No, si, n-non lo so – replicò con le lacrime che scendevano sul volto.
- Adesso calmati, fai un respiro profondo e dimmi cosa è accaduto – ordinò in tono pacato alla giovane, che eseguì ciò che le era appena stato detto.
- Questa mattina mi sono svegliata e come sempre sono scesa a fare colazione, papà non era in cucina, ho controllato in bagno e in camera da letto ma nulla. L'ho chiamato al cellulare ma era qui sul comodino. - si calmò un po'.
- Magari è andato a comprare qualcosa. - affermò tentando di convincere più se stessa che la ragazza.
- I vestiti sono sulla sedia, e lui non esce mai con cose che non siano state preparate e abbinate il giorno prima. - spiegò alla donna.
Beckett sentì che Alexis aveva ricominciato a piangere e provò a calmarla.
- Adesso tranquillizzati, io affido il caso ad un'altra squadra e vengo subito da te, e insieme cerchiamo di capire cosa è successo. Ok?
Alexis annuì e mugugnò un flebile si.
Agganciarono. La detective con aria preoccupata prese la giacca e mentre si dirigeva verso l'ascensore chiese a Velasquez di prendere in mano il caso della 72esima; non disse nulla a Ryan ed Esposito, non voleva creare falsi allarmismi.




- Bene Bene, guarda un po' chi abbiamo qui. - disse una voce cupa e profonda – il caro Richard Castle! Spero che il viaggio sia stato di suo gradimento.
Castle non riusciva a muoversi, aveva gli arti legati; provò ad aprire gli occhi sperando di vedere qualcosa, ma aperti o chiusi non faceva differenza, il buio era perenne. Tentò di nuovo la libertà, non ottenne nulla, solamente dei graffi sui polsi. Era stato legato ad una sedia con delle corde da marinaio.
Provò a parlare ma nessun suono uscì dalla sua bocca, iniziò ad agitarsi finché non sentì due grosse braccia stringerlo e fermarlo.
Sentì qualcosa di appuntito perforargli la pelle all'altezza della spalla, un formicolio scendergli dal braccio e, subito dopo, la testa iniziò a girare e girare. Un ronzio lento prese possesso della sua mente e, prima di addormentarsi, gli sembrò di udire delle risa.
- Capo dove lo mettiamo adesso? - domandò un uomo con una voce anonima e priva d tono.
- Portatelo nella sala schermi, troverà una bella sorpresa al suo risveglio – replicò il “Capo”.





Il campanello suonò tre volte prima che la giovane Castle aprì la porta. Aveva gli occhi rossi, e non appena vide la detective le si lanciò addosso per abbracciarla.
Alexis ricominciò a piangere stringendosi forte al busto di Kate, quest'ultima le accarezzava i lunghi capelli ramati, stringendola a sua volta.
- Alexis. - sussurrò Beckett provando ad attirare la sua attenzione.
La giovane alzò lo sguardo senza sciogliere l'abbraccio.
- Ti va di spiegarmi per bene cosa è successo?
Annuì, mentre ambedue si spostavano dalla soglia della porta al divano, dove si sedettero.
Alexis spiegò nuovamente, ma con più calma, cosa era avvenuto quella mattina.
Doveva per forza essere successo qualcosa, gli scrittori di gialli non spariscono da un giorno all'altro.
- Quand'è stata l'ultima volta che l'hai visto? - la professionalità della detective non veniva a mancare nemmeno in casi più “particolari”.
- Ieri sera, quando sono andata a letto, era qui sul divano a guardare la televisione e con la prima pagina di “Love Heat” aperta, stava scrivendo la dedica. - rispose e abbassò lo sguardo mentre si portava una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
Anche la detective fece ciò che aveva appena fatto la ragazza, abbassò lo sguardo e sentì un brivido scorrerle nelle vene.
- E questa notte non hai sentito nulla di strano? Qualche rumore? - chiese Beckett interrompendo quel momento di trance.
Alexis scosse il capo.
- Sai qual è la cosa che mi fa pensare al peggio? - si alzò e andò a prendere il computer.
- No.
- Guarda qui. - disse poggiando il portatile del padre sulle gambe della detective. - Papà quando inizia una frase la finisce, e questa frase non è finita!
Beckett guardò lo schermo e lesse ciò che vi era scritto sopra. Era la dedica.

"E se tu lo vorrai io scriverò per te
d'amore parlerò, calore ti darò
quando ti sentirai triste e già stanca un po'
mi sentirai di più, davvero un po' di più.
Io sarò la tua ombra che



- La frase non è terminata, non ha puntini di sospensione, ne un punto e le virgolette non sono state chiuse. Kate deve essere successo qualcosa di grave a papà. Ti prego aiutami tu. - si aggrappò nuovamente alla donna cercando ti trarre forza da essa.
Ma Kate di forza in quel momento non ne aveva.
Quella frase l'aveva spiazzata: sapeva cosa Richard provava per lei, glielo aveva confessato tempo prima, al funerale di Roy.
Si sentiva in colpa per non averne più parlato, come anche per non essersi chiariti sul loro primo bacio, sotto copertura; per non parlare di quando stavano per morire insieme congelati nel container.
Adesso, leggere quella dedica, le fece uno strano effetto.
Doveva trovare Castle, non avrebbe permesso ad anima viva di fargli del male.
La suoneria del suo cellulare la destò dai suoi pensieri.
- Beckett!
- Beckett sono Ryan, al distretto c'è una lettera per te. - annunciò l'uomo dall'altra parte della cornetta – Vieni, e anche in fretta.
Agganciò senza rispondere, guardò la figlia dello scrittore – Andiamo al distretto – e si alzò. Decisa come non mai a trovare Castle.



Dopo circa quindici minuti arrivarono al dodicesimo e velocemente si diressero alla scrivania.
- Dov'è la lettera? - chiese mentre si levava la giacca.
Guardò Alexis preoccupata, sapevano di chi era e per quale motivo.
- Yo Alexis che ci fai qui al distretto? - domandò Esposito curioso.
- Esposito! La lettera! - lo richiamò, non voleva perdere un minuto di più.
Prese la lettera dalla sua scrivania e la porse alla donna che la rubò avidamente dalle sue mani.

“Un uomo che si lascia trasportare dalle sue passioni, perde ogni facoltà di giudizio e viene considerato come un ubriaco, come un pazzo. E' un uomo morto. Detective dì addio al tuo amato scrittore.”



L'angolo di Angol,
Lo so, vi avevo detto che non avrei pubblicato fino a settembre, ma non ho resistito.
Ecco a voi il primo atto del mio tanto amato Signore Oscuro.
Rapito? ebbene si, martedì 14 giugno ho ideato questo rapimento che non sarà molto facile da risolvere. O forse si?
Adesso mi vorrete uccidere, ma se lo fate non saprete mai come continua.
Buone vacanze mie belle <3
Take it Scialla and Stay Shiny!
Oplà! =*
 
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evidence
view post Posted on 28/7/2011, 13:42




Fammi capire: tu posti l'atto primo e poi te ne vai in vacanza, lasciandoci in suspance fino a settembre??? Sei una degna seguace del Signore Oscuro...
Inutile dirti che questo inizio mi sembra più che promettente!
Goditi le vacanze e torna presto a postare!
 
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Beckss_
view post Posted on 28/7/2011, 14:20




Cioè, questo è l'atto prima e poi niente fino a settembre? Sei crudele :ç_ç:
E ora come facciamo!?
Vabbè, l'inizio promette bene! ASpetteremo con ansia!
Buone vacanze! :D
 
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Irene!
view post Posted on 1/8/2011, 18:24




ok ho trovato un motivo in più oer volere che arrivi settembre v.v
comunque l'inizio è bello e le scene tra Beckett e Alexis le trovo dolci :P!
 
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sundaythree
view post Posted on 2/8/2011, 15:56




Beh come tutte le persone di una certa sono dotata di una buona dose di pazienza,aspetterò...anche perchè qual'cosa mi dice che ci sarà da divertirsi...magari non per Castle,almeno non subito,ma per noi...Goditi le tue facanze :happy:
 
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4 replies since 28/7/2011, 13:13   129 views
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